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PRIMA E SECONDA ONDATA

Con un indicatore di sintesi [1] che tiene conto sia del numero di contagi che della gravità dei casi rilevati il Centro Studi Nebo sottolinea la criticità che in questa seconda ondata di Covid-19 stanno vivendo alcune aree del nostro Paese e in particolare le due Isole, la Campania, il Lazio, la Basilicata.

L'analisi dà una misura dell'andamento quotidiano dell'epidemia dal primo marzo al 6 ottobre combinando i dati della diffusione dei casi di contagio nella popolazione con un coefficiente legato alla tipologia degli stessi casi, pesati a seconda della criticità (guariti, in isolamento, ricoverati, in terapia intensiva, deceduti) e applicando un correttivo al numero di casi in isolamento in funzione dei tamponi eseguiti sulla popolazione.

Grazie all'aumento dei tamponi eseguiti è possibile oggi identificare un maggior numero di casi di Covid-19, compresi asintomatici o con sintomatologia che non richiede ospedalizzazione, con importanti variazioni nella composizione della casistica dei contagi rilevata.

Nell'ultimo Rapporto ISS si legge che «Mentre nelle prime settimane dell’epidemia si riscontrava una maggiore percentuale di casi severi, critici e di casi già deceduti al momento della diagnosi (diagnosticati mediante tamponi effettuali post-mortem), con il passare del tempo, si evidenzia, in percentuale, un netto incremento dei casi asintomatici o pauci-sintomatici e una marcata riduzione dei casi severi e dei decessi. La percentuale degli asintomatici rispetto al totale dei casi diagnosticati nelle ultime 6 settimane è costante, mentre è in leggero aumento la percentuale dei casi con stato clinico severo al momento della diagnosi.» [2]

Contestualmente, i dati della Protezione Civile [3] mostrano che nel tempo sono andate proporzionalmente riducendosi letalità e ospedalizzazione (in terapia intensiva o in altri reparti) e contestualmente aumentando i casi in isolamento e i guariti: parlare dunque della casistica generale senza tener conto di queste variazioni può indurre distorsioni nella lettura dei dati. 

Osservando le curve disegnate per Regione tramite l’indicatore di sintesi è stato scelto il 1° luglio come riferimento per dividere in due tempi l’andamento dell’epidemia, che intorno a quella data ha visto un po’ ovunque una significativa riduzione dei valori, ed è stato quantificato l’impatto complessivo delle due fasi.

Il confronto tra l'impatto della seconda fase fino a oggi (1/7-6/10) e quello della prima fase (1/3-30/6) evidenzia che, nonostante la minore severità dei casi e il differente ricorso alla ospedalizzazione, in alcune Regioni il peso complessivo dei contagi rilevati negli ultimi tre mesi equivale o sia prossimo a quello del quadrimestre precedente.

Posti uguale a 100 i valori della prima ondata, dal grafico che segue si può notare ad esempio che:

 

La seconda ondata rispetto alla prima *: l'impatto complessivo (barre colorate) e i casi totali (barre in grigio)

Base: prima ondata = 100

* Prima: 1/3/20-30/6/20; seconda: 1/7/20-6/10/20.

Elaborazioni Centro Studi Nebo su dati Protezione Civile
www.programmazionesanitaria.it

 

LE CURVE REGIONALI

Indice di sintesi: andamento quotidiano dal 1° marzo al 6 ottobre
in azzurro la curva relativa alla media nazionale

Elaborazioni Centro Studi Nebo su dati Protezione Civile – www.programmazionesanitaria.it

 

NOTE

[1] L’indice tiene conto del tasso dei casi di contagio totali sulla popolazione, corretto per il tasso dei tamponi eseguiti sulla popolazione, e della tipologia dei casi rilevati, ponderati da guariti a deceduti con pesi crescenti da 0 a 1.

[2] ISS - Epidemia Covid-19 - Aggiornamento nazionale al 29/9/2020 del 2/10/2020 

[3] Protezione Civile - Covid-19 Italia - Monitoraggio situazione 

[ Centro Studi Nebo, 6 ottobre 2020 ]